ELEGÌA DELLE COSE PERDUTE

Stefano Mazzotta / Zerogrammi
Genere
Danza

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Crediti

soggetto, regia e coreografia di Stefano Mazzotta 
creato con e interpretato da Alessio Rundeddu, Amina Amici, Damien Camunez, Gabriel Beddoes, Manuel Martin, Miriam Cinieri
Elegìa delle cose perdute è una riscrittura dal romanzo I Poveri dello scrittore e storico portoghese Raul Brandao. Il paesaggio evocato da questo riferimento letterario - in bilico tra crudo, aspro, onirico e illusorio - ha la forma dell’esilio, della nostalgia, della memoria come materia che determina la traccia delle nostre radici e identità e la separazione da esse, con il sentimento di esilio morale che ne scaturisce. Sogno di ritorni impossibili, rabbia di fronte al tempo che annienta, commiato da ciò che è perduto e che ha scandito la mappa del nostro viaggio interiore. Nell’indagine intorno al topos dell’esilio questa creazione racconta, oltre il suo significato geografico, la condizione morale di chiunque possa sentirsi estraneo al mondo in cui vive, collocandolo in uno stato di sospensione tra passato e futuro, speranza e nostalgia. Ne deriva un desiderio non tanto di un'eternità immobile, ma di genesi sempre nuove e di un luogo dove si può andare senza mai arrivare, continuamente, all’infinito.