TEATRO COMUNALE BALLARIN - LENDINARA (RO)


Il 9 novembre 1812 Girolamo Ballarin in società con Giovanni Maria Bertazzi acquistò il "Granarazzo", un imponente deposito di vettovaglie lungo e stretto (50 x 12 metri di lato), costruito al tempo degli Estensi, a poca distanza dalla Piazza Maggiore (oggi Risorgimento) di Lendinara. I lavori di riadattamento dell'edificio attiguo al Palazzo Comunale furono affidati ad Antonio Foschini, uno degli architetti più rinomati del ferrarese.

Con ispirato rigore neoclassico, Foschini organizzò l'edificio in quattro parti (Ingresso, Vestibolo, Uditorio, Scena), ricavando un ambiente di raffinata eleganza, con cinquanta palchi suddivisi in tre ordini, una buona capienza complessiva di posti (400 circa), dodici camerini, uno stanzone per le comparse, un vano per i macchinisti e altri locali di servizio. Sopra l'Atrio fu allestita una Sala da Ballo. Le decorazioni pittoriche furono affidate al gusto del giovane artista bolognese Giuseppe Tadolini, allievo di Pelagio Pelagi. L'impianto del teatro lendinarese e le sue pitture sono ricordate con puntualità nella Descrizione del nuovo teatro di Lendinara pubblicata a cura dell'avvocato Francesco Nobili in occasione dell'inaugurazione (3 settembre 1814).

L'apertura del nuovo teatro, in concomitanza con la nascita in Polesine dei teatri di Badia, Adria e poi Rovigo, avveniva sulla spinta delle buone tradizioni culturali, musicali e teatrali di Lendinara, che tra fine Settecento e inizi Ottocento conobbe uno dei periodi più ispirati della sua secolare storia. Dopo aver vissuto stagioni memorabili soprattutto nel corso degli anni Trenta del Novecento, il Ballarin vide progressivamente soppiantato lo spettacolo teatrale a favore del cinema, più popolare e ricercato dal pubblico del tempo. Nel 1948 avvenne la radicale trasformazione, che ne cancellò quasi del tutto la fisionomia originaria. Divenuto di proprietà privata, il teatro si tramutò in cinema: furono soppressi i palchi (sostituiti da una galleria); furono rifatti atrio, ingresso e scale; venne aumentata la capienza. Del teatro ideato dal Foschini nulla restò. Rimaneva immutata solo la facciata.

Nel 1986, dopo un lungo periodo di vita stentata, il Ballarin chiuse infine i battenti.

A più di 20 anni dalla chiusura, il 2 settembre 2007, il teatro ha finalmente riaperto con una cerimonia ufficiale alla presenza di autorità e di un foltissimo pubblico, al termine di un ciclo di restauri reso possibile con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e della Regione del Veneto.

Il Ballarin è rinato come Teatro Comunale e con una dotazione complessiva di 453 posti a sedere. Il golfo mistico, la cui conformazione esalta la possibilità di eseguire musiche dal '700 in avanti, può ospitare fino a 25 elementi; il palcoscenico è funzionale e di buona ampiezza.