ARLECCHINO MUTO PER SPAVENTO

Stivalaccio Teatro
Genere
Prosa

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Crediti

ispirato al canovaccio Arlequin muet par crainte di Luigi Riccoboni 
con (in o.a.) Sara Allevi, Marie Coutance, Matteo Cremon, Anna De Franceschi/Francesca Botti, Pierdomenico Simone, Michele Mori, Stefano Rota, Maria Luisa Zaltron, Marco Zoppello 
scenografia di Alberto Nonnato 
costumi di Licia Lucchese 
disegno luci di Matteo Pozzobon e Paolo Pollo Rodighiero 
maschere di Stefano Perocco di Meduna 
consulenza musicale Ilaria Fantin
trucco e parrucco Carolina Cubria
assistente alla regia Francesca Botti
produzione StivalaccioTeatro in coproduzione con Teatro Stabile del Veneto / Teatro Stabile di Bolzano / Teatro Stabile di Verona
con il sostegno della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e Fondazione Teatro Civico di Schio
Il muto per spavento, uno dei canovacci più rappresentati nella Parigi dei primi del ‘700 qui riproposto per la prima volta in epoca moderna, rappresenta un grande omaggio alla Commedia dell’Arte e all’abilità tutta italiana del fare di necessità virtù. Dopo circa quindici anni di esilio forzato i Comici Italiani - siamo nel 1716 - tornano finalmente ad essere protagonisti del teatro parigino e lo fanno con una compagnia di tutto rispetto! Luigi Riccoboni in arte Lelio, capocomico della troupe, si circonda dei migliori interpreti italiani tra cui, per la prima volta in Francia, l’Arlecchino vicentino Tommaso Visentini (omen nomen), pronto a sostituire lo scomparso e amato Evaristo Gherardi. Ma il Visentini non parlava la lingua francese, deficit imperdonabile per il pubblico della capitale. Ed è qui che emerge il genio di Riccoboni nell’inventare un originale canovaccio dove il servo bergamasco diviene muto... per spavento!