LA SEMPLICITA' INGANNATA

Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne
Marta Cuscunà
Genere
Prosa

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Crediti

di e con Marta Cuscunà
Assistente alla regia: Marco Rogante | Disegno luci: Claudio “Poldo” Parrino | Disegno del suono: Alessandro
Sdrigotti | Tecnica di palco, delle luci e del suono: Marco Rogante, Alessandro Sdrigotti | Realizzazioni
scenografiche: Delta Studios; Elisabetta Ferrandino | Realizzazione costumi: Antonella Guglielmi
Co-produzione: Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto
Cura e organizzazione: Etnorama | Distribuzione: Jean-Francois Mathieu
Con il sostegno di Provincia Autonoma di Trento-T-under 30, Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol,
Comitato Provinciale per la promozione dei valori della Resistenza e della Costituzione repubblicana di Gorizia,
A.N.P.I. Comitato Provinciale di Gorizia, Assessorato alla cultura del Comune di Ronchi dei Legionari, Biblioteca
Sandro Pertini di Ronchi dei Legionari, Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Monfalcone, Claudio e
Simone del Centro di Aggregazione Giovanile di Monfalcone.
Con il sostegno dei partecipanti al progetto di microcredito teatrale: Assemblea Teatrale Maranese-Marano
Lagunare UD; Federico Toni; Laboratorio Teatrale Re Nudo-Teatri Invisibili;
Nottenera.Comunità_Linguaggi_Territorio; Bonawentura/Teatro Miela-Trieste; Spazio Ferramenta; Tracce di
Teatro d'Autore; L'Attoscuro Teatro - Montescudo di Rimini.
Liberamente ispirato a Lo spazio del silenzio di Giovanna Paolin, (Ed. Biblioteca dell'Immagine, 1998)
Dal 2009 al 2019, Marta Cuscunà ha fatto parte del progetto Fies Factory di Centrale Fies.
Nel ‛500 avere una figlia femmina era un problema: agli occhi del padre era una parte del patrimonio economico che andava in fumo al momento del matrimonio. Avere una figlia femmina equivaleva ad una perdita economica. Certamente una figlia bella era economicamente vantaggiosa, perché poteva essere accasata con una dote modesta, mentre una figlia con qualche difetto fisico prevedeva necessariamente esborsi più salati. Purtroppo però, in tempi di crisi economica, il mercato matrimoniale subì un crollo e si dovette cercare una soluzione alternativa per sistemare le figlie: la monacazione forzata.
La semplicità ingannata è liberamente ispirato alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti e alla vicenda delle Clarisse di Udine che attuarono una forma di resistenza davvero unica: trasformarono il convento in uno spazio di contestazione, libertà di pensiero e di dissacrazione dei dogmi religiosi e della cultura maschile, con un fervore culturale impensabile per l’universo femminile dell’epoca. Uno spettacolo che parla del destino collettivo di generazioni di donne e della possibilità di farsi ‘coro’ per cambiarlo.

Durata spettacolo: 75 minuti