LE ALLEGRE COMARI DI WINDSOR

di William Shakespeare
Eva Robin’s,  Angelo Di Genio, Francesca Porrini
Genere
Prosa

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Crediti

di William Shakespeare
adattamento Angela Demattè
regia Andrea Chiodi
con Eva Robin’s, Angelo Di Genio, Francesca Porrini, Nicola Ciaffoni, Davide Falbo, Riccardo Gamba, Sofia Pauly, Ottavia Sanfilippo, Pierdomenico Simone
scene Guido Buganza
costumi Ilaria Ariemme
musiche Daniele D’Angelo
cura dei movimenti Marta Ciappina
luci Marilena Fiori
aiuto regia Elisa Grilli
produzione TSV  – Teatro Nazionale 
Lo spettacolo si inserisce nel progetto della Compagnia Giovani, parte dell’Accordo di Programma tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto per la realizzazione del Progetto Te.S.eO. Veneto – Teatro Scuola e Occupazione (DGR n. 1646 del 19 dicembre 2022).
“Le allegre comari di Windsor” è una delle più celebri commedie di William Shakespeare in cui l’autore inserisce il meglio del proprio repertorio: l’amore contrastato tra giovani, equivoci, scambi, travestimenti e beffe. Commedia condotta interamente dalle donne; donne che sarebbe giusto definire, in senso contemporaneo, “libere”, oltre che “allegre”; proprio perché libere di pensare e agire come le donne di oggi.
In questa versione curata da Angela Demattè, Andrea Chiodi conferma il suo talento registico, creando un mondo in tartan abitato da un cast di talento, arricchito dall’iconica Eva Robin’s nel ruolo di Miss Quickly.
Dietro insistenza della divertita regina Elisabetta I (“more more Falstaff” gli scrisse) tra il 1599 e il 1601 Shakespeare riprese il personaggio “large” e buffo di Falstaff presente in “Enrico IV” nella commedia “Le allegre comari di Windsor”, già recitato in passato da colossi come Gino Cervi e Tino Buazzelli, che Andrea Chiodi rimette in scena, nell’adattamento di Angela Demattè. Ecco dunque lo squattrinato Fastaff e le due signore che ricevono lettere d’amore e ricambiano
facendosi beffa del malcapitato.
Proprio il ridere delle disgrazie altrui è un comportamento estremamente borghese, laddove il fallimento di qualcuno è il successo di un altro. Ecco che allora le “Allegre Comari” ci descrive una società nuova, senza valori alti e cavallereschi, una provincia a tratti violenta, un mondo piccolo, falso ed arricchito.