SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

Giorgio Sangati | Teatro Stabile del Veneto
Genere
Prosa

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Crediti

di William Shakespeare
versione italiana e regia Giorgio Sangati  
con Elena Arvigo, Luciano Roman, Valerio Mazzucato
e con gli attori della Compagnia Giovani del Teatro Stabile del Veneto Maria Anolfo, Giulia Briata, Riccardo Bucci, Elena Ferri, Riccardo Gamba, Gaia Magni  Marco Sartorello, Massimo Scola, Martina Testa, Paolo Tosin
assistente alla regia Tommaso Fermariello
scene Alberto Nonnato
costumi Eleonora Rossi
luci Paolo Pollo Rodighiero
sound design e musiche Giovanni Frison
cura del movimento Marco Angelilli
produzione 2021 Teatro Stabile del Veneto
Il duca di Atene si appresta a sposare Ippolita, regina delle amazzoni, ma i preparativi delle nozze sono interrotti da Egeo, padre di Ermia che invoca la legge dello stato per imporle di sposare Demetrio, a sua volta amato da Elena, da lui rifiutata. Ermia, però, ama Lisandro, che la convince a fuggire dalla città per raggiungere un luogo dove poter coronare il loro sogno d’amore. Elena, informata della fuga, informa Demetrio e i quattro giovani si ritrovano tutti nel bosco. Nel frattempo una compagnia teatrale di artigiani decide di andare a provare una recita da presentare la notte delle nozze di Teseo proprio nel bosco. Questo non-luogo selvaggio è popolato da fate e folletti, guidati da Oberon, re degli spiriti e Titania, regina delle fate, a loro volta amanti, ma al momento in lotta tra loro. 
Nel testo tutto è doppio: reale e immaginario, maschile e femminile, razionale e irrazionale, linguaggio e corpo, e il sogno stesso, in fondo, è anche, inevitabilmente, un incubo. Come sempre in Shakespeare, il mondo interiore si rispecchia in quello esterno e, così il disordine del mondo (se non viene gestito) ce lo troviamo dentro: la causa siamo sempre e soltanto noi, oggi più di allora proprio perché ci siamo allontanati ancora di più dalla nostra natura. In fondo i sogni che facciamo ogni notte ci appartengono non meno di quello che ci accade da svegli (proprio perché siamo noi a produrli) e, quando sogniamo, quella è indubbiamente la nostra realtà: il fatto di non poterla controllare con la ragione non la rende meno presente.